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I cinque bambini scomparsi della famiglia Sodder

Fayetteville, West Virginia, nel 1945 era una città operaia in cui sorgevano diverse miniere di carbone, contava poche centinaia di abitanti, la maggior parte dei quali immigrati italiani. Anche George Sodder lavorava come trasportatore di carbone. Sodder era il patriarca di una famiglia molto numerosa composta dalla moglie Jennie e dieci figli di età compresa tra i tre e i ventitré anni. La loro sarebbe la comune storia di una numerosa famiglia italiana emigrata in America nel dopoguerra in cerca di un futuro migliore, se non fossero stati protagonisti di uno dei più inquietanti rapimenti del Novecento.

La notte di Natale del '45

È il 25 dicembre del 1945, I Sodder si riuniscono per celebrare il Natale, tuttavia con cinque bambini in casa diventa una corsa a scartare giocattoli e caramelle ed è proprio quello che la famiglia fa all'incirca fino a mezzanotte, quando, esausta, mamma Jennie decide di andare a dormire e lasciare i piccoli svegli a divertirsi con i doni appena ricevuti. Quando si alza per controllare che tutto sia in ordine, la donna trova le imposte aperte e la porta di casa socchiusa con la luce all'ingresso ancora accesa. Jennie non se ne dà preoccupazione spigandosi l'episodio come l'ennesima marachella dei figli. Dopo poco il telefono squilla e, temendo cattive notizie, Jennie si precipita a rispondere. Una voce femminile le chiede di qualcuno che non ha mai sentito nominare e che non abita in casa Sodder. La donna fa appena in tempo a rispondere che dall'altra parte della cornetta risuona una sinistra risata. ‘Uno scherzo', pensa Jennie mentre torna a dormire, quando sente il frastuono di un oggetto pesante che si schianta sul tetto dell'abitazione. Non ha il tempo di andare a verificare cosa stia succedendo, che viene investita dal fumo dell‘incendio che in pochi istanti è divampato in casa. I Sodder fuggono dalla casa in fiamme trascinando i figli più grandi, ma i piccoli Maurice, Martha, Louis, Jennie, Betty, sono rimasti al piano superiore chiusi nella loro stanza.

George fa per prendere la grande scala che tiene sempre all'esterno della casa, ma è sparita. I vigili del fuoco arrivano sul posto dopo diverse ore, quando ciò che resta nella carcassa della abitazione è pressoché carbonizzato, i coniugi cercano i resti dei cinque bambini che nessuno è riuscito a trarre in salvo. Incredibilmente dei bambini non c'è traccia.

La scomparsa dei cinque piccoli Sodder

Mille dubbi cominciano a balenare nella mente dei Sodder: si è trattato di un incidente o l'incendio è stato, piuttosto, un espediente per distogliere l'attenzione dal sequestro dei piccoli? Sul posto interviene la locale polizia di Fayetteville, West Virginia, che stabilisce frettolosamente che si è trattato di una fatalità: l'incendio è dovuto a un corto circuito. Tuttavia, quando il fuoco è divampato le luci erano accese, com'è possibile si tratti di un guasto tecnico? Quanto al furto della scala (ritrovata in un terrapieno distante una ventina di metri dall'abitazione) nessuno degli agenti sembra volersene occupare così come nessuno prende in considerazione il sospetto che sia stata lanciata una bomba sul tetto della casa. Anche la circostanza che i fili del telefono siano stati tagliati manualmente sembra non destare l'attenzione delle autorità. George e Jennie Sodder, però, sono convinti che i loro figli siano vivi nonostante la Polizia locale li abbia dichiarati morti senza trovarne traccia pochi giorni dopo l'incendio. Neanche le dichiarazioni dei testimoni valgono l'apertura di una indagine. Alcune persone riferiscono di aver visto un'auto con dei bambini sfrecciare via la sera dell'incendio e alcuni loschi personaggi aggirarsi intorno a casa Sodder, addirittura lanciando bombe incendiare.

La foto

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Non trovando risposte, i Sodder si rassegnano all'idea che non sapranno più nulla dei loro figli, fino a quando, nel 1967, ricevono una foto.

L'immagine ritrae un giovane uomo incredibilmente somigliante a uno dei figli smarriti della coppia e reca la scritta "Louis Sodder".

Potrebbe essere il gesto di un mitomane incoraggiato da un recente articolo sui casi insoluti apparso su un giornale, un articolo che aveva dato al caso una nuova risonanza. Eppure Jennie e George Sodder sono certi di riconoscere il loro figlio scomparso a 10 anni. Sulla foto ci sono anche numeri e cifre scritti a mano: si tratta del codice di avviamento postale di Palermo. Non potendo contare sulle autorità, George e Jennie assumono un investigatore privato per andare fino in fondo a questa storia. Anche lui scompare nel nulla.

La sparizione dell'investigatore rappresenta l'ultimo capitolo della vicenda. George Sodder è morto nel 1969 senza sapere la verità. Sua moglie Jennie gli è sopravvissuta per altri 20 anni. Sylvia, la figlia che all'epoca dei fatti aveva tre anni, si è assunta poi il gravoso compito della ricerca della verità insieme ai suoi eredi. Dei piccoli Sodder oggi resta un monumento fatto costruire dai genitori, una specie di cappella in cui sono riprodotte sei fotografie, compresa quella ricevuta nel 1967.

Sul marmo è scritta in stampatello la vicenda della famiglia Sodder.

Sulla sommità delle foto campeggia la scritta: "Neanche dopo trent'anni è tardi per indagare".

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