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Il quadrato magico del Sator

Il quadrato magico del SATOR è una delle più famose strutture palindrome che da secoli ha attratto gli studiosi. Si tratta, di una frase in lingua latina (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) che può essere letta in entrambi i sensi. La sua singolare caratteristica è che, essendo formata da cinque parole di cinque lettere ciascuna, è possibile iscrivere la stessa frase in un quadrato di 5 x 5 caselle all'interno del quale la frase può essere letta in quattro direzioni possibili: da sinistra verso destra, e viceversa, oppure dall'alto verso il basso, e viceversa.

Inizialmente si credette che il Quadrato fosse un'invenzione medievale, ma nel 1868 uno scavo archeologico tra le rovine dell'antica città romana di Corinium (oggi Cirencester, nel Gloucestershire, in Inghilterra) rivelò la curiosa iscrizione sull'intonaco di una casa databile al III sec. d.C.. In tale frammento, il Quadrato apparve nella sua versione speculare, che inizia con la parola ROTAS, cosi si cominciò a diffondersi la convinzione che esso rappresentava un modo adottato dai primi Cristiani, la cui fede religiosa era ancora contrastata e vietata dai Romani, per adorare la croce in forma dissimulata: le due parole TENET, infatti, disegnano al centro del quadrato un croce perfetta, centrata sull'unica lettera N. L'ipotesi si rafforzò quando si scoprì che le 25 lettere del quadrato potevano essere disposte in modo da formare le parole PATERNOSTER.

Non mancarono, però, gli oppositori a questa tesi. Il problema principale era quello di spiegare la parola AREPO, inesistente nel vocabolario latino. Questo ostacolo venne presto superato: venne scoperto che nell'antica Gallia, al tempo della dominazione romana, una certa misura di superficie veniva chiamata semiiugerum, nella lingua latina, e arepennis, in quella celtica. In particolare quest'ultimo vocabolo derivava dal termine celtico àrepos, che significava "aratro". Sembra plausibile, quindi, che questo termine venisse poi traslitterato nel latino arepus ad indicare appunto, il caro agricolo. Il significato letterale della frase, ora, assumeva un senso logico: «Il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote».

Tali ipotesi, però, decaddero nel 1925 quando gli scavi archeologici che interessarono i resti dell'antica città di Pompei, rivelarono sull'intonaco della casa di Quinto Paquio Proculo del quadrato magico. Undici anni più tardi, nel 1936, ne fu rinvenuta un'altra sulla scanalatura di una colonna mediana nel portico occidentale della Grande palestra.

Questo ritrovamento risulta a tutt'oggi il più antico che sia stato effettuato, e per questo il Quadrato del SATOR è stato anche chiamato «Latercolo Pompeiano». Tale scoperta pose fine alla teoria cristiana; se, infatti, si poteva ancora ipotizzare la presenza di una colonia cristiana clandestina a Pompei in quegli anni, veniva a cadere il senso dell'interpretazione del Grossner. Infatti, la A e la O che rimanevano ai lati della croce non potevano che riferirsi al punto dell'Apocalisse in cui San Giovanni scrive: «Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e la fine, colui che è, che è stato e che sarà». Ma la diffusione dell'Apocalisse nell'Italia centrale avvenne, secondo studi attendibili, verso gli anni 120-150 d.C., ed era quindi impossibile che tale concetto fosse presente già prima del 79 d.C.

Ancora oggi, la questione rimane aperta e molti tra studiosi, ricercatori, enigmisti o semplici curiosi si arrovellano nel cercare di dare un'interpretazione nuova al quadrato.

Per i più curiosi vi invito a leggere l'opera di Rino Cammilleri.

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