La janara di benevento
- Lilith
- 18 apr 2017
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Le Janare sono streghe nate dalla tradizione contadina beneventana. Si trattava di donne che possedevano la conoscenza dell'occulto e dei riti magici, come le fatture e il malocchio Il loro nome deriva secondo alcuni da "Dianara", cioè sacerdotessa di Diana, dea della caccia, oppure secondo altri dal latino "Ianua", che significa letteralmente "porta".
Secondo le più antiche leggende, le streghe beneventane si riunivano sotto un immenso noce lungo le sponde del fiume Sabato; esse tenevano i loro sabba in cui veneravano il demonio sotto forma di cane o caprone.
La Janara usciva di notte e si intrufolava nelle stalle dei cavalli per prendere una giumenta e cavalcarla per tutta la notte. Avrebbe avuto inoltre l'abitudine di fare le treccine alla criniera della giovane cavalla rapita, lasciando così un segno della sua presenza. Capitava a volte che la giumenta sfinita dalla lunga cavalcata non sopportasse lo sforzo immane a cui era stata sottoposta, morendo di fatica.
Si accreditava alle janare anche la sensazione di soffocamento che a volte si prova durante il sonno, si pensava infatti che la janara si divertisse a saltare sulle persone cercando di soffocarle, si diceva che questo accadesse soprattutto ai giovani uomini.
Esiste anche un'altra leggenda, quella della Janara incinta.
Secondo la leggenda si trattava di una contadina vissuta a metà Ottocento che praticava fatture e malocchi. Messa al rogo quando era ancora in stato interessante, la strega avrebbe deciso di tornare a vendicarsi sulle generazioni future per il male subito.
Secondo la tradizione, l'unico rimedio per tenere lontana la Janara era afferrarla per i capelli, suo punto debole, e alla domanda "ch’ tien’n man’?", rispondere "fierr’ e acciaij" cosi da impedirle di liberarsi, se al contrario si fosse risposto "capigl'", cioè capelli, la Janara avrebbe risposto "e ij me ne sciulie comm' a n'anguill'", cioè me ne scivolo via come un'anguilla, e si sarebbe così liberata dandosi alla fuga.
Inoltre si diceva che a chi fosse riuscito a catturare la janara quando era incorporea ella avrebbe offerto la protezione delle janare sulla famiglia per sette generazioni in cambio della libertà.
Per evitare che entrino in casa basta porre un sacchetto colmo di sale o una scopa con le setole rivolte all'insù davanti alla porta di ingresso, poiché la janara non può resistere alla tentazione di contare i grani di sale o i fili della scopa e mentre lei è intenta nella conta sarebbe venuto il giorno e sarebbe dovuta fuggire.

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